martedì 7 ottobre 2008

07/10/2008: pensiero di una crisi finanziaria


da il sole24ore.com

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La crisi che ha portato al fallimento di Lehman Brothers, al salvataggio di Aig e delle agenzie di mutui Fannie Mae e Freddie Mac costerà molto al sistema finanziario internazionale in genere e americano in particolare. Circa 1.500 miliardi di dollari in tre anni, 2007-2009, ha pronosticato quest'estate il Nobel dell'economia Joseph Stiglitz. Vede protagonisti alcuni dei prodotti finanziari più complicati fra quanti furono mai inventati, e computerizzati, da mente umana. Tuttavia, è anche una storia semplice.Bisogna partire dalle innovazioni finanziarie di 20 anni fa, e dal mercato, il mercato immobiliare americano soprattutto, di sette-otto anni fa.Il Bollettino dell'Harvard Business School salutava nel 1997 il Nobel a un suo professore, Robert C. Merton, con queste parole: «In effetti, usando la formula di Merton, diventa possibile costruire un portafoglio virtualmente privo di rischi». Detto semplicemente, spalmandoli su così tanti prodotti e soggetti economici da rendere il rischio zero, o quasi. C'è chi, pur apprezzando questi prodotti se usati con prudenza, non ha mai creduto al loro valore taumaturgico. Altri, e sempre più, fra cui le grandi banche di Wall Street, alla fine li presentavano come il toccasana. Il tempo crea assuefazione, se tutto fila liscio. E i derivati, così si chiamano, rendevano ottime commissioni.
Come nasce la bolla immobiliare
Venti anni dopo (il Nobel a Merton e nel '95 a Robert E. Lucas, il vero custode della teoria, arriva alcuni lustri dopo le scoperte matematiche), entra in scena il mercato immobiliare americano.I tassi sono bassi. Con la sicurezza garantita dalle formule per i derivati, e prodotti analoghi, i mutui vengono offerti anche a chi al minimo stormir di fronde potrebbe avere difficoltà a pagare. Non importa, il valore delle case cresce sempre e quindi chi compera oggi guadagnerà domani. E' la corsa al sogno americano. E le commissioni sono laute per chi emette i mutui, per chi lo cartolarizza, cioè li suddivide, mescola e impacchetta in prodotti finanziari da rivendere. Questi prendono le vie del mondo.Il meccanismo si inceppa un 18 mesi fa, e si blocca nell'agosto 2007. I prezzi delle case incominciano a scendere, e presto c'è chi si trova col mutuo che vale più della casa. Qualcuno non paga. Il flusso di denaro necessario a onorare le cedole sui titoli legati all'immobiliare e di cui banche, finanziarie e anche stranieri si sono riempiti (rendevano assai più dei titoli del Tesoro), si prosciuga. Incominciano le perdite. I titoli crollano e diventano spazzatura.
La crisi si allrga a macchia d'olio
Incominciano le crisi, le vendite stracciate. E giù giù fino alla nazionalizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac, i due giganti semipubblici che dovevano salvare il mercato dei mutui, e che invece hanno avuto bisogno di essere salvati dal contribuente. E i fallimenti a Wall Street. E le perdite nel sistema bancario internazionale, anche in Europa, per fortuna non forti in Italia. Lehman è stata atterrata, più di tutto, da 80 miliardi di titoli legati ai subprime e che nessuno sa oggi quanto valgono. E non è finita. La nazionalizzazione di Fannie e Freddie ha annientato l'azionariato, dove sono presenti molte banche Usa. Presto sapremo chi resiste alla botta e chi no. E i contraccolpi del fallimento Lehman sono ancora tutti da contabilizzare. Ci saranno altre giornate nere, probabilmente, almeno fino ai primi mesi del 2009. Poi, quando il grosso delle perdite sarà contabilizzato e in qualche modo digerito, si incomincerà a risalire. Non è un '29. Allora il mondo perse la testa. I nazionalismi e le rivalità complicarono maledettamente la crisi. Oggi dovrebbe essere assai diverso. Ma, senza dubbio, costoso come ha dimostrato anche il salvataggio Aig.

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